venerdì 23 novembre 2012

Il paradosso degli spaghetti al pomodoro

   I romani lo chiamavano Mare Nostrum, il nostro mare, perché apparteneva a loro in tutti i sensi avendone essi conquistato ed occupato tutte le terre che vi si affacciavano: solo le navi Romane e dei loro alleati potevano solcare le onde di quel mare che per caratteristiche e ubicazione è certamente unico sul pianeta.
     Il clima è abbastanza mite in tutti i mesi dell'anno, basti pensare alla enorme differenza di temperatura invernale tra Napoli e New York che pure giacciono sul medesimo parallelo - il quarantesimo -, mentre la navigazione è abbastanza agevole; le maree sono di piccola entità, le terre abbastanza vicine e quindi facilmente raggiungibili, gli scambi molto facilitati, i prodotti ittici di qualità eccelsa.
     Insomma, il Mare Nostro presenta tutte le caratteristiche per essere stato il ventre dal quale sono nate grandi civiltà, il centro di un sistema di raccordo tra vari paesi, un ponte verso l'Africa, l'Asia e successivamente le Americhe.


    
 La centralità del Mediterraneo è un attrattore culturale e commerciale: sete, lane, ortaggi, frutta, spezie, convergono dall'Africa e dall'Oriente nel mediterraneo; successivamente l'espansione araba contribuisce ad accrescere il grande patrimonio socio culturale dell'area, avvicinando paesi lontani come la Persia, l'India e la Cina alle culture europee, e ancora più di recente l'apporto delle colonizzazioni delle grandi nazioni mediterranee, introducono nell'area prodotti che hanno modificato radicalmente il modo di alimentarsi dei paesi del Mediterraneo.
     L'Italia, a causa della sua posizione baricentrica è stata ed è tuttora il ponte di transito di popoli e di prodotti da e per l'Europa, ma questi passaggi hanno lasciato una traccia indelebile nella cultura della nostra nazione, e ne hanno fatto un paese unico al mondo per la varietà e quantità di interessi culturali ed enogastronomici.
     Negli anni cinquanta, lo scienziato americano Ancel Keys (1904-2004) si fece promotore dell'ampio programma di ricerca noto come Seven Countries Study e autore del libro Eat well and stay well, the Mediterranean way, inventandosi di fatto il termine "dieta mediterranea", una definizione abbastanza superficiale ed imprecisa per definire un sistema alimentare che coinvolge ben 27 paesi diversi: quindici europei (Gibilterra, Spagna, Francia, Montecarlo, Italia, Malta, Slovenia, Croazia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Albania, Grecia, Cipro, Akrotiri e Dhekelia, Cipro Nord), cinque asiatici (Turchia, Siria, Libano, Israele, Palestina) e sette africani (Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Ceuta e Melilla), il che vuol dire una tale molteplicità di usi, costumi e tradizioni nelle quali la "storia" ha assunto un ruolo determinante, costruendo tante "diete mediterranee" quanti sono i paesi che vi si affacciano, diete che oltretutto si sono modificate nel tempo e che spesso utilizzano elementi che non sono affatto - in origine - "mediterranei", ma che derivano proprio da quegli scambi interculturali che vedono il mediterraneo protagonista.
      Lontani nel tempo giungono prodotti come il pane, il vino (bandito successivamente nei paesi arabi), l'olio di oliva, l'agnello, l'aglio, la cipolla. Altri antichi sapori, come il garum, sono scomparsi, altri si sono affermati in epoca recente come la melanzana ed il carciofo (di provenienza araba) e il pomodoro e il fagiolo (di provenienza americana).
     Di conseguenza parlare di "dieta mediterranea", nel senso di origine dei prodotti, è assolutamente improprio; basti pensare al prodotto principe della cucina italiana, quello che maggiormente la caratterizza: gli Spaghetti al Pomodoro.
    Sembra un paradosso ma in realtà nessuno degli ingredienti di questo piatto tipicamente italiano, trae origine dall'Italia: derivano l'olio dalla Grecia, il pomodoro dalle Americhe, il basilico e la pasta dall'Asia.
     Ma il paradosso è solo apparente perché, in concordanza con Massimo Montanari, sebbene le radici del piatto siano aliene all'Italia, pur tuttavia l'identità del prodotto è fortemente italiana perché i modelli ed i valori che caratterizzano quel piatto sono "nostri".
     Le radici contribuiscono a creare un'identità, ma non sono l'identità che, al contrario, partendo da quelle radici, si consolida con gli usi, le tradizioni e la "storia" di ogni paese.

Spaghetti al pomodoro e basilico

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